Occupazione fra certezze negative e speranze
- Studio Casadio
- 20 mar
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In questi giorni si sono susseguiti diversi segnali preoccupanti per il mondo del lavoro, per primo l’Inps ha evidenziato un aumento del 30% delle ore richieste di cassa integrazione nel settore manifatturiero seguito dall’Istat che ha parlato, dopo molto tempo, di rischio di inversione del trend positivo di occupati.
Unioncamere, infine, segnala che, a causa del protrarsi del calo della produzione industriale, del rincaro dell’energia, delle tensioni geo-politiche e da una congiuntura economica sfavorevole a febbraio è prevista una vera e propria frenata degli occupati, ovvero 4mila assunzioni in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
In questo contesto le aziende dei servizi crescono, mentre manifatturiero e costruzioni sono in netto calo, mentre restano elevatissime le difficoltà di reperimento dei candidati maggiormente ricercati dalle aziende.
Cerchiamo di esorcizzare questi dati così negativi facendo il punto, speriamo augurale, sugli esoneri contributivi in vigore attualmente nel nostro ordinamento.
Sono ormai strutturali, nel nostro ordinamento, l’esonero contributivo per l’assunzione di lavoratori over 50 e di donne disoccupate e svantaggiate.
Il decreto coesione, invece, ha introdotto 2 agevolazioni, sempre di natura contributiva, cui possono accedere i datori di lavoro che effettuano assunzioni nel periodo 1° settembre 2024-31 dicembre 2025, che prendono il nome di Bonus Giovani e Bonus Donne.
Si tratta, nella sostanza, di una riproposizione dell’esonero under 36 e dell’esonero previsto per le assunzioni di donne disoccupate e svantaggiate; anche in tal caso, l’applicazione è limitata alle assunzioni a tempo indeterminato, comprese le trasformazioni dei contratti a termine. La prima misura è rivolta all’assunzione di giovani che all’atto della stessa non hanno ancora compiuto 35 anni di età, mentre la seconda concerne le assunzioni di donne senza limiti di età e prive di un impiego regolarmente retribuito. La misura dell’agevolazione è pari al 100% dei contributi a carico del datore di lavoro con un massimo di euro 500,00 mensili, 6.000,00 annuali, per un massimo di 24 mesi.
Come espressamente previsto dal Decreto Coesione, tali esoneri sono compatibili con la cosiddetta “maxi-deduzione” del costo del lavoro; prevede che i titolari di reddito d’impresa e gli esercenti arti e professioni, a partire dall’anno 2024 e per la durata di un triennio, possono dedurre dal reddito una percentuale maggiorata del costo del lavoro qualora assumano dipendenti a tempo indeterminato.
I datori di lavoro devono effettuare una duplice verifica ai fini della spettanza della maggiorazione, per accedere alla agevolazione sono necessari infatti sia un incremento occupazionale relativo ai dipendenti a tempo indeterminato che un incremento occupazionale complessivo da calcolarsi per l’anno 2024 in confronto al 2023 e cosi via nel successivo biennio.
Il quadro generale è questo, probabilmente si potrebbe fare qualcosa di più invitante, ma c’è la sensazione che sia la carenza di domanda motivata dalle contingenze attuali, turismo a parte, ad influire sulla difficile situazione occupazionale, più che la mancanza di adeguate forme incentivanti.
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